L'ultima (e ahimè lontana) volta vi ho accennato il mito di Orione, il bellissimo gigante, e visto che non vi ho detto tutto è da questo che riprendo la trattazione.
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Aldebaran a partire da Bellatrix e dalle Pleiadi |
Iniziamo con l'identificare la costellazione del
Toro a partire da quella di
Orione:
partendo da Bellatrix, la stella all'apice destro di Orione, tracciamo un segmento che la unisce alle Pleiadi. A metà strada troviamo una brillante stella arancione: è Aldebaran, una supergigante arancione detta anche "Occhio del Toro"
Orione, seppur con un mito di tutto rispetto, occupa una posizione di secondo piano nella mitologia greca; allora perché consegnare a tale personaggio la costellazione padrona del cielo invernale? Perché non uno tra i più famosi Achille, Giasone, Teseo o Aiace?
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Orione e Toro raffigurati in Stellarium |
Orione è di solito rappresentato inginocchiato, rivolto verso la costellazione del
Toro tenendo con una mano uno scudo o una pelle di leone e brandendo con l'altra una clava. Chi non conoscesse il mito di Orione metterebbe le due costellazioni in stretto legame (non commettendo errore commenteremo alla fine di quest'articolo).
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Equinozio di Primavera nel 4380 a.C. |
Focalizziamo la nostra attenzione sulla costellazione del Toro:
"
Era stata creata in Mesopotamia nel 4380 a.C., quando l'equinozio (di primavera,
ndr)
cadeva in questa porzione di cielo (vedi
Precessione degli equinozi,
ndr).
Era dunque la costellazione che inaugurava allora l'anno zodiacale (vedi immagine a lato,
ndr)
; sicché evocò il simbolo di un'energia primordiale e celeste, tant'è vero che in sumero la si chiamava GU.AN.NA, «toro del cielo» oppure GU.SI.DI, «toro conduttore»: animale sacro alla divinità lunare (che era maschile) oppure suo simbolo" (cit. Alfredo Cattabiani,
Planetario, Oscar Saggi Mondadori).
In sintesi Gilgamesh, re di Uruk, e Enkidu, suo fedele amico, avevano fatto da poco ritorno in patria dopo aver sconfitto il mostro Humbaba nella Foresta dei Cedri. Viste la sua grande impresa e le sue abilità come guerriero, Ishtar (
dea della bellezza e della fecondità, ma anche della guerra e della distruzione) gli propose di essere sua sposa, ma Gilgamesh sdegnosamente rispose:
"Che cosa ti dovrei dare in cambio dopo averti posseduta? Io potrei darti olio per il corpo e vestiti, potrei darti cibo e sostentamento. Ma come potrei procurarti cibo adatto per gli dèi? Come potrei procurarti bevande adatte per i re? E poi, mia dea, a quale dei tuoi amanti sei rimasta sempre fedele? Quale dei tuoi superbi fidanzati è salito al cielo? Tutti li hai lasciati vivere in mezzo alla difficoltà, abbandonandoli dopo averli usati. E per quanto mi concerne, sì, tu mi amerai, ma poi mi riserverai lo stesso trattamento!"
Ishtar, offesa da tali parole, si recò dal padre An, il dio-cielo, al quale chiese di concederle GU.AN.NA, il toro celeste portatore di siccità e carestia, minacciandolo con le seguenti parole: "Mi dirigerò nelle regioni infernali, solleverò i morti che divoreranno i vivi, e i morti supereranno in numero i vivi!". An acconsentì alla richiesta pur di mantenere l'ordine tra la vita e la morte.
Il Toro Celeste piombò furente su Uruk seminando terrore e morte; nonostante la sua forza e la sua furia, Gilgamesh ed Enkidu riuscirono ad ucciderlo e, strappatagli una coscia, la scagliarono su Ishtar in segno di disprezzo.
Da quanto detto si comprende che in realtà Orione è la rinominazione greca della costellazione sumera Gilgamesh, di fatti la costellazione prende il nome Orione solo dal 425 a.C. in poi.
Alla prossima e... cieli sereni!