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La costellazione del Perseo a partire da quella dell'Auriga |
L'ultima costellazione trattata è stata quella dell'
Auriga; partendo da Capella (la stella più lucente dell'Auriga) e considerando le seguenti due stelle in senso antiorario, tracciando la
bisettrice dell'angolo formato da queste tre stelle arriviamo alla stella più lucente della costellazione del
Perseo (Mirphak).
Le avventure di Perseo sono alquanto suggestive, tanto da aver avuto una ricchissima iconografia.
Secondo la tradizione mitologica, Perseo discendeva da Abante, re dell'Argolide e temibile guerriero, il quale aveva due figli gemelli, Preto e Acrisio; entrambi avevano un carattere iracondo e violento, litigiosi fin dal grembo materno, sicché il padre, per scongiurare guerre fratricide, aveva deciso che dopo la sua morte i due gemelli avrebbero regnato per periodi alterni. Nonostante l'escamotage, alla morte del padre il rancore tra i due gemelli sfociò in una guerra la quale però non ebbe nè vincitori nè vinti in quanto gli eserciti erano sostanzialmente equivalenti e le tattiche e le strategie adoperate dai due fratelli simili; pertanto i due accettarono a denti stretti di dividersi il regno: Argo ad Acrisio e Tirinto a Preto.
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Giovanni Battista Tiepolo - Zeus e Danae - Fonte: Wikimedia |
Acrisio si struggeva per il fatto che sua moglie Aganippe non riuscisse a dargli un erede al trono ed inoltre la sua unica figlia, Danae, era stata sedotta e presa incestuosamente dal fratello gemello Acrisio. Si recò dunque dall'oracolo il quale sentenziò che Acrisio non avrebbe avuto alcun figlio maschio e che suo nipote l'avrebbe ucciso. Acrisio, agghiacciato dalla sentenza dell'oracolo, fece rinchiudere Danae nella più alta torre della città, dopodiché fece cambiare tutte le vecchie porte con altre nuove fatte in bronzo e mise a guardia di ognuna di esse un cane ferocissimo. Zeus aveva adocchiato da molto tempo la bella Danae, pertanto riuscì a trapelare attraverso le porte tramutandosi in una finissima polvere d'oro e, dopo essersi posato sul grembo di Danae, la prese: da quest'unione nacque Perseo.
Nonostante Danae gli avesse raccontato della paternità di Perseo, Acrisio si ostinò a pensare che questi fosse figlio del fratello gemello Preto ed in un'impeto d'ira voleva quasi uccidere la figlia, ma poi il senso paterno riprese il sopravvento e si limitò a rinchiudere madre e figlio in un'arca e l'affidò al mare. Questa fu spinta fino all'isola di Serifo dove il pescatore Ditti, trovando al suo interno Danae e Perseo ancora vivi, li portò dal fratello, il re Polidette, il quale, colpito dalla bellezza di Danae, li accolse nel suo palazzo e li rifocillò.
Perseo cresceva in forza e in salute a Sirifo primeggiando tra i compagni nel lancio del disco e nella lotta e, una volta adolescente, si trovo a dover difendere la madre dal tentativo di Polidette di sposarla. Quest'ultimo pertanto ideò uno stratagemma per eliminare Perseo: si disse innamorato di Ippodamia e, radunando i suoi amici più vicini tra cui Perseo, chiese un cavallo ciascuno come regalo di nozze; Perseo non aveva nè cavalli nè oro per comprarne uno, ma espresse la sua volontà di procurargli qualsiasi dono avesse voluto a patto di non infastidire più la madre Danae; Polidette a quel punto aveva il coltello dalla parte del manico e chiese la testa della Medusa sapendo bene che era una richiesta inesaudibile per qualunque mortale, ma Perseo era il figlio di Zeus, aveva l'Olimpo come alleato ed in particolare la dea Atena, la quale era responsabile dell'aspetto mostruoso di Medusa!
Medusa era una bella fanciulla dai capelli dorati la quale aveva suscitato l'amore di Poseidone e a lui si concesse in un tempio dedicato alla casta dea Atena; lo sdegno della dea s'era subito rivelato nella mostruosa metamorfosi di Medusa e delle sue sorelle Euriale e Stenno: i loro capelli lasciarono il posto a serpenti velenosi, le mani diventarono di bronzo, gli spuntarono delle ali dorate e i loro denti si tramutarono in zanne simili a quelle dei cinghiali; la vista era talmente orrenda da pietrificare chiunque avesse incrociato il suo sguardo.
Atena pertanto si sentì subito pronta a spalleggiare il semidio: lo condusse subito all'isola di Samo dove poteva imparare a riconoscere Medusa dalle sorelle dai simulacri ed inoltre gli consigliò di guardare la Gorgone soltato come immagine riflessa e a questo scopo gli consegnò uno scudo d'oro lucidissimo. Anche il dio Ermes volle aiutare il giovane semidio affidandogli un affilatissimo falcetto col quale avrebbe reciso la testa della Gorgone in un sol colpo.
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Perseo e le Graie |
A Perseo però mancavano altri tre oggetti necessari alla buona riuscita dell'impresa: un paio di sandali alati per affrontare il lungo viaggio, l'elmo oscuro di Ade il quale conferiva a chi l'indossasse il dono dell'invisibilità ed una sacca magica nella quale riporre in sicurezza la testa della Gorgone; tali oggetti erano tenuti in custodia dalle Ninfe Stigie il cui luogo era noto solo alle Graie dal corpo di cigno. Quest'ultime avevano un solo occhio e un solo dente che si scambiavano in continuazione ed abitavano in una reggia che era situata su un monte sui cui regnava il titano Atlante; Perseo si incamminò verso la reggia e aspettò con pazienza il momento dello scambio per appropriarsi del dente e dell'occhio in modo da poter carpire il luogo dove vivevano le Ninfe Stigie.
Una volta avuto quello che voleva, Perseo affrontò il faticoso cammino fino alla terra delle Ninfe, parlamentò con loro e, prendendolo a benvolere, gli consegnarono la sacca magica, l'elmo e i calzari alati. Ora che aveva tutto il necessario, volò verso la terra degli Iperborei dove risiedeva Medusa; il colore predominante era il grigio marmoreo: piante, uomini e belve vittime dello sguardo pietrificante della Gorgone! Di fronte a tale orrendo spettacolo, Perseo iniziò a premunirsi: indossò l'elmo che lo rendeva invisivile, camminando all'indietro fissando lo sguardo sull'immagine riflessa dello scudo donatogli da Atena. Man mano che si avvicinava alla Gorgone poteva sentire chiaramente il sibilo dei serpenti e il fiato nefasto ed, una volta giunto accanto al mostro, lo decapitò con un sol colpo di falcetto: immediatamente dal collo sanguinante della Gorgone balzarono prodigiosamente fuori il cavallo alato Pegaso (costellazione della quale parleremo in uno dei prossimi articoli) ed il guerriero Crisaore il quale impugnava una falce dorata.
Prese la testa del mostro e volò via, temendo la vendetta delle sorelle della Gorgone. Dopo essersi fermato a Chemmi, in Egitto, si rimise in viaggio e mentre le sorvolava le coste della Filistia vide una donna nuda incatenata ad uno scoglio: era Andromeda ed è proprio di lei che parlerò nel prossimo articolo.
Cieli Sereni!